La Biblioteca Angelica deve il suo nome al vescovo agostiniano Angelo Rocca (1546-1620) che, negli ultimi anni del XVI secolo, concepì l'idea di mettere a disposizione di tutti la raccolta libraria (circa 20.000 volumi) che aveva formato nel corso degli anni. Angelo Rocca, scrittore erudito e appassionato collezionista di edizioni pregiate, responsabile della Tipografia Vaticana durante il pontificato di SistoV, affidò la gestione della sua biblioteca al Convento di S.Agostino, dandole una sede idonea, proprie rendite, e un regolamento, nel quale volle fosse dichiarato che la biblioteca doveva essere aperta a tutti, senza limiti di stato e di censo. L'assoluta novità
dell'istituzione voluta dal Rocca destò l'interesse di un pubblico
sempre crescente e la fama della Biblioteca si diffuse ben presto tra gli
studiosi di tutto il mondo.
Nel 1661 Lukas Holste,
custode della Biblioteca Vaticana, lasciò ai frati agostiniani la
sua preziosa collezione di volumi a stampa (circa 3.000).
L’Angelica, già
dal 1661, aveva ottenuto una speciale autorizzazione a possedere libri
proibiti, prerogativa che i frati sfruttarono successivamente ereditando,
alla morte del cardinale Enrico Noris, la sua biblioteca, caratterizzata
da testi e studi sul pensiero religioso e in particolare sulla teologia
agostiniana.
Nella prima metà
del XVIII secolo, il convento romano e la sua biblioteca fecero da sfondo
alle controversie religiose dell'epoca: la presenza dei principali sostenitori
del pensiero agostiniano fece sì che si costituisse in Angelica
una collezione di testi ancor oggi fondamentali per gli studi e le ricerche
sul periodo della Riforma e Controriforma.
Su questi presupposti,
nel 1762, fu acquistata la ricchissima biblioteca del cardinale Domenico
Passionei, che raddoppiò il patrimonio dell'Angelica e soprattutto
lo arricchì dei testi che quel cardinale, legato agli ambienti giansenisti
romani, aveva ricercato e acquistato, nei viaggi svolti come inviato pontificio,
nei paesi dell'Europa protestante.
Luigi Vanvitelli, che
i frati avevano incaricato della ristrutturazione del convento, terminò
la realizzazione dell'attuale salone nel 1765.
Nel secolo XIX la storia
dell'Angelica fu scandita dalle vicende storiche che interessarono la città
di Roma: dall'invasione dei francesi alla proclamazione della repubblica
mazziniana, avvenuta nel 1849.
Le vicende degli agostiniani
in Angelica ebbero termine nel 1873, con il passaggio della biblioteca
allo Stato italiano.
Dal 1940 conserva in
deposito circa 40.000 volumi dell'Accademia letteraria dell'Arcadia.
Dal 1975 dipende dal
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
|
|